Quando in generale si parla di infortunio, inteso come malattia, è importante precisare che lo Stato Italiano garantisce e protegge la salute di tutti i cittadini, anche in merito al settore lavorativo. In particolare nell’art.32 della Costituzione, la salute viene inserita tra i diritti fondamentali che un soggetto può esercitare, cioè quelli che l’ordinamento giuridico considera inviolabili e che garantisce e protegge.

Nei casi dove, un lavoratore durante la sua attività lavorativa si fa male, procurandosi delle lesioni che provocano l’impossibilità a svolgere l’attività lavorativa, si parlerà di infortunio sul posto di lavoro. L’incapacità di svolgere una determinata mansione a causa dell’infortunio, può essere di due tipi: permanente e temporanea. In questi casi, l’azienda deve per Legge tutelare tutti i lavoratori, garantendo l’assicurazione INAIL cioè l’ente che si occupa di assegnare uno stipendio a tutti i soggetti che, in seguito ad infortunio, non possono più recarsi a lavoro. L’INAIL coprirà le spese, tutelando così i lavoratori. La figura chiave che ha l’obbligo di garantire e far osservare determinate regole di sicurezza sul lavoro è il datore di lavoro.

Egli organizza tutte le attività di lavoro e i vari ruoli che ogni lavoratore dovrà ricoprire e le relative mansioni. Contemporaneamente dovrà preoccuparsi di salvaguardare la loro integrità psicofisica, eliminando o riducendo al minimo tutto ciò che potrebbe causare loro dei danni. Per farlo, non basteranno cartelli e segnalazioni di pericolo. Il datore di lavoro ha l’obbligo di verificare che il comportamento dei suoi dipendenti è il linea con le regole di sicurezza dell’azienda. Per tale ragione, al datore di lavoro vengono attribuiti due compiti essenziali: fornire una corretta informazione sulle norme di sicurezza e il relativo addestramento e assicurarsi che tali norme antinfortunistiche vengano rispettate.

Diverse forme di rischio

Esistono diverse forme di rischio, non tutti però sono tutelati. Nei casi in cui un soggetto, sul posto di lavoro, assume un comportamento sconsiderato ed esagerato tanto da provocare un infortuno, non è prevista tutela. Tra le varie forme di rischio, distinguiamo:

  • Ambientale: i lavoratori svolgono determinate mansioni protette e quindi sono esposti allo stesso tipo di rischio
  • Tipico: relativo all’attività assegnata
  • Generico: non dipende dalle condizioni di lavoro
  • Generico aggravato: un rischio che tutti i cittadini possono incorrere, ma aggravato da ulteriori circostanze
  • Elettivo: provocato da un comportamento scorretto da parte del dipendente. In questi casi, si parla di comportamenti “abnormi” cioè azioni che non possono essere né evitate né controllate.

Insieme al datore di lavoro, anche i dirigenti e i preposti organizzano le attività svolte dai lavoratori. In particolare, il datore dovrà adempiere all’obbligo di verifica dei vari macchinari di lavoro e strumentazione di modo che non presentino alcun rischio per la salute ed integrità del lavoratore. Se ad esempio, un macchinario presenta malfunzionamenti non basta apporre un cartello per segnalare il guasto, ma bisognerà assicurarsi che non venga utilizzato. Questo si affianca a quanto detto prima, cioè che l’azienda è tenuta ad informare e formare i suoi dipendenti circa i pericoli che possono insorgere in un uso scorretto dei macchinari e attrezzature.

Risarcimento danni

La previsione di un sistema di tutela in favore del lavoratore infortunato trova oggi la sua copertura nell’art. 38 della Costituzione, il cui il comma 2 stabilisce che “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio…” mentre il comma 4 prevede che “Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato”. Come abbiamo sottolineato, il datore di lavoro ha l’obbligo di assicurare in azienda massima sicurezza. In caso di infortunio sul posto di lavoro, si dovrà effettuare una valutazione in merito alle responsabilità.

In base a questa valutazione, verrà stabilito se da parte dell’azienda il lavoratore avrà diritto ad un risarcimento danni. I dipendenti per contratto devono essere coperti dall’assicurazione in caso di infortunio. Tuttavia, può succedere che gli incidenti vengano causati da aggravanti che dipendono dalla responsabilità del datore di lavoro come quella di non esser riuscito a predisporre un ambiente di lavoro a norma. In questi casi, l’azienda dovrà garantire un risarcimento in denaro all’infortunato. Il risarcimento viene considerato legittimo se la responsabilità è, appunto, del datore di lavoro che non ha rispettato gli obblighi di sicurezza; oppure quando il danno non rientra tra quello già indennizzato dall’INAIL (danno ulteriore).

Si procederà, dunque, ad un’azione legale in cui il dipendente infortunato dovrà dimostrare il nesso di causalità tra condotta dell’azienda e danno subito. Mentre, il datore di lavoro dovrà dimostrare di aver compiuto tutti i suoi dovere e di aver garantito la sicurezza sul posto di lavoro. Quindi, dimostrare che l’infortunio sia stato provocato da una distrazione del lavoratore. In ogni caso, la quota del risarcimento viene stabilita in base a quella già pagata dall’INAIL, calcolata in base a dei parametri specifici. Può succedere che l’infortunio si verifichi a causa di un comportamento “abnorme” da parte del dipendente, cioè azioni che sono del tutto incontrollate e non prevedibili. In questi casi, l’azienda non dovrà pagare alcun risarcimento.

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