Ormai da qualche mese abbiamo iniziato a fare la nostra stretta conoscenza con il Green Pass. Fino a poco tempo fa nessuno di noi sapeva cosa fosse questo certificato e ora la gran parte della popolazione italiana ce l’ha e soprattutto lo utilizza tutti i giorni senza problemi. Il Green Pass è un particolare certificato che viene rilasciato tipicamente in tre casi: a seguito della prima dose del vaccino, a seguito della seconda dose e infine in caso di tampone. In ognuno di questi casi il Green Pass ha una durata differente, infine nel caso delle due dosi del vaccino si può parlare anche di Super Green Pass.

Aldilà di queste differenze, il certificato è divenuto obbligatorio in diversi contesti dai locali, ai ristoranti, bar, cinema e perfino sul posto di lavoro. Proprio su questo punto vogliamo concentrarci oggi, in quanto è sicuramente uno di quelli più ostici e controversi. I datori infatti dovrebbero controllare i certificati di tutti i dipendenti o eventualmente fare controlli a campione, un lavoro extra in aziende spesso oberate di compiti in cui anche un minimo extra richiede elevati sforzi.

Questo porta molte aziende, soprattutto le meno attente a questi che possono sembrare erroneamente piccoli dettagli, ad esporsi a possibili sanzioni e multe da parte delle autorità competenti. In questo breve articolo noi di netsrl.net vogliamo proprio approfondire questo aspetto della nostra vita lavorativa e capire quali sono innanzitutto le sanzioni previste per il lavoratore sprovvisto di Green Pass, successivamente quali sono quelle per il datore di lavoro che non effettua i dovuti controlli non osservando i piani generali di sicurezza.

Green Pass: sanzioni per il lavoratore sprovvisto

Iniziamo dunque ad analizzare cosa può accadere a chi acceda all’ambito lavorativo pur consapevole di essere sprovvisto di Green Pass, magari per via di un controllo mancato, per negligenza del datore o altro ancora. In questi casi il lavoratore, indipendentemente che sia pubblico o privato, è considerato secondo le direttive un assente ingiustificato, dunque senza alcun diretto allo stipendio. Questo fino a quando il dipendente non presenterà al proprio datore il Green Pass previsto per poter lavorare in azienda.

Nel caso l’azienda in oggetto abbia meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata o senza valido motivo della persona, il datore potrà procedere alla sospensione del lavoratore fino a dieci giorni. Questo atto può essere rinnovato un’altra volta, dunque per altri dieci giorni massimi, passati anche questi il datore di lavoro dovrà notificare il tutto alla Prefettura che procederà con la sanzione di tipo amministrativo. Il prefetto potrà a questo punto applicare una sanzione amministrativa variabile tra i 600 e 1500 euro. Infine potrebbero applicarsi ulteriori sanzioni disciplinari legate ai contratti collettivi, nel caso il lavoratore rientri in uno di questi.

Green Pass: sanzioni per il datore che non controlla

Abbiamo dunque visto in precedenza che la vita di un lavoratore che decide in autonomia di non presentare il proprio Green Pass può essere sicuramente molto dura, sino al punto di rischiare decisamente il proprio posto e sicuramente il proprio stipendio. Per quanto riguarda i datori sicuramente le cose non vanno per il meglio. Innanzitutto il datore di lavoro, stando alle normative e linee guida diffuse ed emanate da parte del governo, deve organizzare secondo le proprie modalità dei controlli del Green Pass. Uno dei modi per accelerare il processo, evitando lunghe attese e perdite di tempo, è quello della verifica a campione.

Questa deve essere effettuata solo sua una parte del proprio organico, ma che non sia mai inferiore al 20% del totale. Se abbiamo ad esempio 100 dipendenti, dovremo fare un controllo a campione almeno a 21 impiegati per essere tranquilli. Ma aldilà degli specifici obblighi cosa rischia un datore di lavoro che sceglie di non effettuare i dovuti controlli o magari li effettua in modo totalmente improprio rispetto a quando indicato dagli organi competenti? Partiamo dal presupposto che tutte le aziende, indipendentemente dal fatturato o dalla grandezza possono ricevere nel loro percorso un controllo da parte degli organi competenti.

In questo sono chiamati a vigilare i cosiddetti ispettori del lavoro e talvolta anche le aziende sanitarie locali di cui possono avvalersi i prefetti per intensificare i controlli sulla zona. Se durante un controllo un’azienda venisse scoperta sprovvista di forme di controllo efficaci e conformi a quanto previsto dalle normative, allora scatterebbero in modo immediato le sanzioni amministrative imposte dalla prefettura. Anche in questo caso le sanzioni non sono sicuramente da poco, il datore di lavoro infatti rischia di dover pagare una multa molto salata che oscilla tra i 400 e 1000 euro. Come puoi vedere la sanzione è leggermente inferiore rispetto a quella prevista per il lavoratore, in quanto si tende ad affibbiare più importanza alla responsabilità personale e individuale del singolo dipendente rispetto all’azienda in generale.

 

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