Sono all’ordine del giorno notizie di incidenti (che nel mondo del lavoro si chiamano infortuni) dall’esito spesso fatale per i lavoratori, con conseguenze estremamente negative anche sull’impresa e l’imprenditore.

Ma quali sono le norme basilari per la sicurezza sul lavoro? Non c’è una ricetta uguale per tutti: ogni settore ha le proprie regole e strumenti specifici, nonché piani generali di sicurezza su misura che noi di netsrl.net possiamo aiutarti a organizzare. Vi è, tuttavia, una base comune a tutti. La legge, infatti, impone a qualunque impresa di adottare tutte le misure di sicurezza necessarie ad evitare rischi per la salute dei lavoratori impegnati sul luogo di lavoro. Vediamo che cosa dice la norma

Le leggi sulla sicurezza

Il Decreto Legislativo numero 81 del 2008 è il testo unico della sicurezza sul lavoro che ha sostituito il precedente D.Lgs. n. 626 o legge 626. Con tali norme si impone al datore di lavoro (coadiuvato da una serie di altri soggetti) di eliminare le fonti di pericolo che sono collegate allo svolgimento di una determinata attività lavorativa, all’interno di un determinato contesto.

Le azioni di prevenzione vanno adattate alle singole realtà e nel procedimento vanno coinvolti anche i lavoratori. Per adempiere alla normativa, l’impresa deve prevedere tre momenti fondamentali. Il primo momento è predittivo e si chiama valutazione dei rischi: l’impresa, con l’aiuto di un professionista, individua i rischi ai quali sono esposti i lavoratori ed i potenziali pericoli.

Il secondo momento è operativo: si adottano le misure di sicurezza ritenute più idonee ad eliminare o a contenere e minimizzare i rischi.

Il terzo momento è istruttivo: i lavoratori sono informati sui rischi ai quali sono esposti e viene fornita loro una formazione adeguata per l’utilizzo dei sistemi di sicurezza.

C’è poi il passaggio della valutazione dei rischi; il datore di lavoro deve prendere in considerazione vari tipi di rischio, legati al tipo di lavoro, alla specificità di quell’impresa e al luogo in cui ha sede. In particolare, la legge definisce i rischi in questo modo:

  • rischi ordinari: sono i rischi tipici di quella determinata area professionale: in un ufficio si pensi alla possibilità di rischi generali legati all’utilizzo di monitor, allo stare seduti per ore e simili
  • Rischi specifici: si tratta dei rischi propri del contesto in cui l’attività viene svolta, ad esempio in una fabbrica si pensi ai rischi legati ad un particolare solvente in uso in quel determinato contesto.
  • Rischi da interferenza: si tratta dei rischi che derivano dallo svolgimento di una determinata attività in un particolare contesto, nel quale la attività va ad interferire o è interferita da altre attività (ad esempio l’impresa di pulizie dovrà operare diversamente se si tratta di un ospedale rispetto ad un ufficio).

Tutti i rischi individuati vanno riportati in un documento, detto DVR o Documento generale di Valutazione dei Rischi. Va redatto entro 90 giorni dalla costituzione di una nuova impresa.

I dispositivi di protezione

Sulla base delle misure proposte dal DVR, il datore di lavoro si organizza e dota l’impresa fondamentalmente di due strumenti principali. I DPC, cioè i dispositivi di protezione collettiva, che sono strumenti che tendono ad eliminare un determinato rischio per tutti i lavoratori, come un impianto anti-incendio, piuttosto che la dotazione di estintori o la segnalazione di percorsi di sicurezza. E poi i DPI, cioè i dispositivi di protezione individuale: si tratta delle attrezzature come casco, guanti, tute, giacche, scarpe e pantaloni da lavoro, destinate ad essere indossate e tenute dal lavoratore allo scopo di proteggerlo e ridurre il rischio.

Devono essere ergonomiche, conformi agli standard qualitativi previsti dalle leggi in materia ed i lavoratori, una volta istruiti sul loro uso, devono prendersene cura, utilizzarli correttamente ed evitare qualsiasi modifica, segnalando prontamente al datore di lavoro difetti o malfunzionamenti. La legge, inoltre, consiglia di preferire l’adozione di uno strumento di protezione collettiva che elimina il rischio, se è possibile, piuttosto che singoli strumenti di protezione individuale che si limitano a ridurlo.

Fondamentale poi il momento della formazione. Se si voglio limitare gli infortuni, l’unica garanzia è che i lavoratori sappiano come comportarsi per evitare i rischi. Ai lavoratori devono essere fornite tutte le informazioni relative ai rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro in generale ; sulle procedure che riguardano il primo soccorso, l’anti incendio e l’evacuazione; su chi tra i lavoratori sia incaricato di applicare le misure di primo soccorso e di protezione incendi; su chi sia responsabile e chi sia addetto al servizio di prevenzione e protezione, nonché il nome del medico competente.

I lavoratori vanno anche informati sui rischi specifici legati alle produzioni e al luogo in cui lavorano. Anche i lavoratori devono contribuire alla sicurezza, segnalando immediatamente al datore di lavoro e ai suoi collaboratori situazioni di pericolo, rischi o malfunzionamento delle misure di prevenzione, rispettando le regole, utilizzando correttamente i dispositivi di sicurezza, sottoponendosi ai controlli sanitari.

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