In questo lungo periodo di pandemia da covid-19, tra i soggetti più a rischio di contrarre il virus vi è indubbiamente il personale sanitario composto da medici e infermieri. Queste professioni portano infatti a dover stare in contatto con persone ammalate di covid per provvedere alla loro cura e di conseguenza a un pericolo maggiore di poter essere infettati. Per la protezione di medici e infermieri in prima linea contro il covid, sono state dunque verbalizzate molteplici precauzioni per evitare il contagio e permettere a queste persone di poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza.

Protocollo per la sicurezza dei lavoratori della sanità contro il covid

All’inizio della pandemia, e per essere maggiormente precisi il 24 marzo 2020, è stato sancito il Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità, dei servizi socioassistenziali e sociosanitari, al fine di affrontare al meglio la pandemia in corso e garantire la sicurezza di chi si presta ad essere in primo piano nella cura e nella battaglia contro il covid. Questo Protocollo è dunque un elemento essenziale che cerca di garantire a tutto il personale dei servizi sanitari e socioassistenziali gli adeguati e fondamentali livelli di protezione. Secondo le direttive espresse, il datore di lavoro deve necessariamente valutare il rischio di esposizione al contagio da Covid-19 del proprio personale sanitario, ancor meglio se affidandosi a specialisti di Sicurezza e Medicina del lavoro in grado di analizzare appropriatamente la situazione e procedere a una corretta stesura del documento di Valutazioni Rischio Torino.

Queste valutazioni sono fondamentali al fine di garantire al personale appropriati dispositivi di protezione individuale (spesso abbreviati in DPI), tali da offrire un livello di protezione ai lavoratori ancor maggiore rispetto a quello ritenuto normalmente adeguato dagli organismi tecnico-scientifici. Il Protocollo prevede inoltre che il personale medico e paramedico debba essere sottoposto periodicamente ai test per riscontrare l’eventuale contagio da Covid-19, tramite dunque i classici tamponi attualmente molto utilizzati proprio per monitorare tutti i casi di positività al virus e cercare di controllare l’andamento dei contagi. Infine, deve obbligatoriamente essere garantita la costante sanificazione dei luoghi di lavoro tramite procedimenti e mezzi di sanificazione appositi.

Il Protocollo, con queste precise prescrizioni, indica la necessità di definire una procedura omogenea su tutto il territorio nazionale, poiché per un maggior controllo della protezione e della prevenzione generale, è bene che vengano stabiliti Piani Generali di Sicurezza sanitaria uguali per tutti i lavoratori, e in modo particolare quelli che attualmente si trovano a dover affrontare un contatto giornaliero con pazienti positivi al Covid-19. Un’ulteriore decisione, ancora molto discussa, è l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale sanitario, comprese anche le eventuali dosi di richiamo del vaccino stesso, le quali rappresentano requisito essenziale per l’iscrizione all’Albo professionale e il conseguente esercizio ti tale professione. In caso di mancato adempimento all’obbligo vaccinale, vi è l’immediata sospensione dal lavoro da parte degli Ordini Professionali di riferimento e la conseguente interruzione della retribuzione; inoltre tale sospensione comporta anche l’annotazione nell’Albo professionale.

DPI per medici e infermieri

Come già affermato, un’arma essenziale per la prevenzione del covid-19 da parte del personale sanitario sono i dispositivi di protezione individuale (DPI). Le attuali normative indicano come dispositivi di protezione individuale tutte le attrezzature destinate a essere indossate dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro rischi suscettibili di sfidarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni accessorio destinato appunto a tale scopo. Per quanto riguarda dunque medici e infermieri in prima linea contro il covid sono molteplici i DPI necessari e indicati dalla normative stesse.

Tra questi vi sono guanti monouso da cambiare obbligatoriamente con costanza e cestinare in maniera corretta, per ridurre la trasmissione dei microrganismi potenzialmente patogeni presenti sulle mani del personale e allo stesso tempo ridurre il rischio che gli operatori sanitari possano contagiarsi dai pazienti. All’uso dei guanti va ad ogni modo affiancato il lavaggio frequente delle mani con prodotti appositi, prima e dopo aver indossato i guanti. Inoltre sono essenziali camici di protezione adeguatamente indossati, in particolare quelli chirurgici, monouso e idrorepellenti, realizzati in tessuto non tessuto, dotati di allacciatura posteriore, maniche lunghe con polsino e di lunghezza almeno al di sotto del ginocchio. Questi camici non devono essere utilizzati fuori dalle aree di esposizione, e allo stesso tempo deve essere assolutamente evitato il loro utilizzo dopo precedenti esposizioni.

Essenziali sono anche occhiali e scudi facciali, i quali devono necessariamente essere in materiale antiappannante, con possibilità di regolazione delle stanghette e devono obbligatoriamente garantire protezione specifica da liquidi in gocce e spruzzi anche lateralmente. Infine, non possono assolutamente mancare le mascherine, da quelle chirurgiche normalmente utilizzate da tutta la popolazione, alle mascherine denominate respiratori facciali filtranti per difendersi da microrganismi e particelle in sospensione nell’aria di piccole dimensioni e dunque dalla trasmissione stessa del virus covid-19. Tutti questi dispositivi sono fondamentali ed è necessario porre molta attenzione nel fare di essi un uso corretto.

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