Come già sappiamo, la sicurezza e la salute all’interno del mondo del lavoro sono una delle priorità, che spesso vengono purtroppo trascurate e sottovalutate: non a caso, infatti, la maggior parte delle assenze dal lavoro sono causate da malattie professionali e da infortuni.

Per quello che riguarda gli infortuni, la causa principale di questi ultimi è da ricercare all’interno del rischio di scivolamento e di caduta sui luoghi di lavoro; questo rischio, inoltre, riguarda tutti i settori lavorativi, compreso ad esempio quello d’ufficio, che sembrerebbe insospettabile.

Fortunatamente, con il passare del tempo, questa tipologia di infortuni si è ridotta in maniera esponenziale, probabilmente per merito dei vari studi condotti in merito. Più nello specifico, stiamo facendo riferimento a un elaborato prodotto dalla direzione della Regione Campania, che porta il titolo Valutare il rischio di caduta in piano e che affronta in maniera diretta questo importante tema. Sommariamente, potremmo dire che questo documento è da suddividere in due parti:

  • nella prima di queste due parti vengono riportati i dati socio-economici degli infortuni da ricondurre al rischio di scivolamento e di caduta in piano;
  • nella seconda di queste due parti, invece, vengono analizzate le norme tecniche e le norme di prevenzione, che si trovano all’interno del Decreto Legislativo 81/2008.

Ed è proprio il Decreto Legislativo 81/2008 che analizzeremo nei paragrafi successivi, illustrandone la normativa e analizzandone la sua applicazione.

Rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro: che cosa dice la normativa

Il Decreto Legislativo 81/2008 è uno dei decreti legislativi che si occupano del fondamentale e imprescindibile tema della sicurezza sul lavoro: più nello specifico, questo particolare decreto norma il rischio di caduta in piano da scivolamento. Questo tema era già presente, però, all’interno del DPR n.303 del 1956, secondo cui era stabilito che i pavimenti presentassero (e presentino tuttora) condizioni tali da rendere sicuro il movimento e il passaggio delle persone e dei mezzi; questi ultimi, inoltre, devono essere fissi, stabili e anti-sdrucciolevoli e non devono presentare cavità, protuberanze o piani inclinati pericolosi; in ultimo, questi pavimenti non devono essere ingombrati da materiali che possano rappresentare un ostacolo per la circolazione.

Il rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro è, dunque, un rischio normato, che il datore di lavoro è tenuto ad analizzare e a valutare, all’interno del documento relativo alla valutazione dei rischi, per poter progettare e studiare degli idonei piani generali della sicurezza.

L’infortunio legato al rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro

Come abbiamo già anticipato nell’introduzione di questo articolo, le cadute in piano sui luoghi di lavoro sono una delle principali cause di infortunio: più nello specifico, rappresentano la terza causa di infortunio all’interno di tutti i settori produttivi.

Volendo approfondire ulteriormente il tema dell’infortunio legato al rischio di caduta sui luoghi di lavoro, va detto che le cadute in piano causano infortuni tendenzialmente molto gravi per cui i lavoratori sono costretti ad assentarsi dal lavoro per moltissimo tempo: più precisamente, la durata media delle assenze è di 38 giorni.

Questi dati sono riportati all’interno di uno studio realizzato dai professionisti dell’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), all’interno del quale troviamo anche i dati relativi ai costi totali legati al rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro: questi costi ammontano ad un totale di circa 370 milioni di euro l’anno. Di questi 370 milioni di euro, più specificatamente circa 90 milioni sono legati a costi diretti e circa 273 milioni sono, invece, legati a costi indiretti.

Rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro: l’applicazione della normativa

E dal punto di vista pratico? Come si regolamenta l’applicazione della normativa?

Ad oggi, la valutazione del rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro viene fatta esclusivamente in quegli ambienti in cui questo rischio è a tutti gli effetti riconosciuto come rischio specifico: ma questo cosa significa? Questo significa che solamente alcuni ambienti di lavoro e le relative categorie di lavoratori possono contare su una valutazione dei rischi basta anche sul rischio della caduta in piano sui luoghi di lavoro.

In questi ambienti lavorativi, vengono studiati dei piani generali di sicurezza adatti, che vanno poi comunicati ai lavoratori. Più nello specifico, questi piani prevedono l’utilizzo di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), tra cui il principale sono senza dubbio le scarpe dotate di suola anti-scivolo.

Come abbiamo detto, però, quello di caduta in piano sui luoghi di lavoro è un rischio trasversale, che riguarda tutti i settori e i reparti lavorativi e produttivi: ecco perché è necessario estendere i piani generali di sicurezza a tutti i reparti e a tutti i settori, anche a quello del terziario.

Il tema del rischio di caduta in piano sui luoghi di lavoro è, dunque, un tema di primaria importanza, che va affrontato con serietà e attraverso i giusti mezzi.

Recommended Posts